L’ex parrocchiale di S. Caterina a Villanova Mondovì si presenta particolarmente stratificata e di difficile lettura ed insiste su una piazza tardogotica i cui edifici si rivelano di interessante fattura. L’osservazione diretta del sito insieme allo studio delle fonti conservate negli archivi storici rivelano infatti i rapporti di reciprocità tra l’edificio dell’ex-parrocchiale, della canonica e del giardino a sud della chiesa che, fino al 1803, era il cimitero di Villanova Mondovì e per tale ragione l’insieme va considerato come un “complesso architettonico”.
Poco si conosce della fondazione di Villanova, villa aggregata di Mondovì fino al 1699, mentre è possibile seguirne le vicende dal XIV secolo in poi. Si scopre così che il sito, probabilmente già in precedenza fortificato, viene denominato nelle fonti consultate “oppidum” (cioè fortificazione, piazzaforte), le cui strutture mutano nel corso dei secoli in base alle esigenze degli abitanti che lo popolano.
L’ex parrocchiale di S. Caterina è a tutti gli effetti una “chiesa borghese”: le Visite Pastorali dal 1515 in poi sottolineano come la navata centrale, il coro, il campanile ed il cimitero vengano interamente finanziate dalla comunità di Villanova, mentre spetta ai patroni degli altari la manutenzione delle singole campate delle navate laterali. La documentazione chiarisce infine che il sito di S. Caterina non ospitava un monastero, del quale le fonti non recano traccia, ma una chiesa precedente le cui fondazioni sono tornate alla luce recentemente.
S. Caterina si presenta oggi come una chiesa a quattro navate con numerose stratificazioni: sono sei le fasi di costruzione attualmente riconoscibili oltre alla scoperta del precedente edificio grazie agli scavi archeologici eseguiti da gennaio a luglio del 2010. Gli interventi tardogotici ascrivibili alla fine del trecento si riconoscono soprattutto nell’area presbiterale, nelle strutture delle absidiole delle navate laterali e nel corpo centrale del campanile. Le decorazioni adaffresco eseguite nel XV sec., insieme alla costruzione delle volte della prima e seconda campata (dall’ingresso) della navata laterale sinistra e della prima campata dell’attuale terza navata sono ciò che oggi rimane della seconda fase di costruzione.
Nella terza fase (XVI sec.) si provvede a completare le volte della navata laterale di sinistra e sono ancora parzialmente visibili nella controfacciata e nel coro parti degli affreschi cinquecenteschi.
La quarta fase vede, nel XVII sec., l’apertura della quarta navata, l’allungamento del coro e l’acquisto della casa sul retro della chiesa che diventa la nuova sacrestia, mentre a cavallo con il secolo successivo si provvede all’inserimento delle volte nella navata centrale ed alla nuova decorazione del coro, di cui si vedono ancora parti di affresco datate 1707.
Già alla metà del XVIII sec. (quinta fase) le fonti rivelano il parziale abbandono della chiesa da parte dei patroni delle cappelle.
L’ultima fase vede l’intero edificio ed i sei altari superstiti oggetto di lavori di manutenzione, che consistono nel totale rifacimento delle decorazioni parietali per dare alla chiesa un aspetto uniforme ed alla riparazione degli stucchi barocchi già in essa presenti.
A questo periodo può essere ascritta la costruzione del cappellone centrale che sporge dalla quarta navata, mentre il centro abitato si sposta progressivamente verso la pianura e la chiesa di S. Lorenzo diventa anch’essa parrocchiale e nuovo fulcro di aggregazione riproduce in pianta, riconoscere due corpi di fabbrica: la struttura ad “L” che confina solo in parte con i muri perimetrali della chiesa di S. Caterina presenta, nel lato prospiciente la piazza, un’altra struttura quadrata che oggi è inglobata nell’intervento di costruzione dell’attuale facciata eseguito nel tardo ottocento.
Il cimitero parrocchiale (oggi giardino posto a sud della chiesa) rimane in uso fino al 1803, quando i decreti napoleonici impongono la costruzione del nuovo sito al di fuori del centro abitato: su parte della sua estensione poggia dal XVII sec. la struttura della quarta navata, le cui fondamenta vengono rinforzate con muri catena data la consistenza del terreno smosso per esigenze di sepoltura e, al fine di consentire un accesso agevolato alla piazza maggiore ed al luogo deputato alla tumulazione, per esso si livellano le strade dal Revellino alla sommità della piazza alla fine del XVIII sec.
Annalisa Di Stefano
Annalisa Di Stefano è nata a Messina e risiede a Fossano. Si è laureata a Viterbo alla Facoltà per la Conservazione dei Beni Culturali. Ha frequentato la Scuola di Specializzazione sui Beni Architettonici del Politecnico di Torino.